“Il grande rischio è che chi si era candidato a “connecting people” finisca in realtà per contribuire a “disconnecting democracy”. È con questo messaggio che il Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani – Editori Andrea Ceccherini si è rivolto, dal palco di Crescere tra le righe, al mondo dei social network nel corso della sua intervista con il giornalista Massimo Gramellini.

“È un rischio che si appalesa, non solo per effetto delle eco-chambers, che porta gli individui a convincersi sempre più radicalmente delle proprie convinzioni, ma anche perché è ormai provato come quello stesso individuo, parlando magari con quella stessa persona e affrontando magari quello stesso tema, attraverso un qualunque strumento tecnologico, assuma posizioni più polarizzanti e radicalizzate di quelle che assumerebbe se lo affrontasse con una persona dinanzi in carne ed ossa – ha ammonito il presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori –. E’ un po’ l’effetto che si ha quando la stessa persona, una volta in macchina assume atteggiamenti verso l’altro automobilista molto più radicalizzanti di quelli che quella stessa persona assumerebbe con quella stessa altra, una volta scesa dalla vettura. C’è poco da fare: la macchina, qualunque forma essa abbia, allontana, non avvicina. E dobbiamo prenderne atto”.

Proprio per favorire l’integrazione e il confronto, Ceccherini ha ribadito che “la parola chiave di questa edizione è una sola: apertura. L’apertura è la pre-condizione stessa per crescere. Come succede anche nella vita chi si chiude comincia un po’ a morire, aprirsi è il miglior modo per vivere, l’unico per evolvere”.

Il Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, poi, ci ha tenuto a confermare la mission dell’organizzazione, che festeggia quest’anno il suo 18°anniversario di attività. “Vorrei che nessuno di noi perdesse di vista la stella cometa, che ci ha portato fin qui, perché rappresenta l’anima della nostra stessa mission, la ragione stessa del nostro stare insieme – ha chiarito Ceccherini –. Per evocarla, mi basterà citare le parole del giuramento degli Indiani d’America, quando solennemente ricordano come il mondo non ci sia stato dato in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli, e come ognuno di noi abbia il dovere di farne un posto migliore di quello che ha trovato”.

Ceccherini ha rivolto anche lo sguardo al futuro, con l’intenzione che dalla decima edizione di “Crescere tra le righe” possa partire un duplice messaggio: uno rivolto agli editori ed uno al Paese.

Ai primi ha ricordato che “ognuno ha diritto alle proprie opinioni. Nessuno ai propri fatti. È seguendo questa stella che l’industria editoriale può tornare a brillare. A patto che non perda quel ruolo di certificatore delle notizie che gli è proprio e che abbracci quel coraggio di cambiare che anima tutti coloro che sanno far vincere la speranza sulla paura. Non lasciate che vi descrivano come un piccolo mondo antico, è tempo per l’editoria di fare un salto nel futuro e Bagnaia può essere un trampolino di lancio”.

Rivolgendosi al Paese, invece, Ceccherini ha aggiunto che “Bagnaia può diventare un metodo: in un Paese che si chiude noi vogliamo aprire, in un tempo segnato dalle paure noi non perdiamo la speranza, in un mondo dominato dalle certezze noi prediligiamo i dubbi, in un tempo dove sembra vincere chi distrugge, noi proviamo a costruire. Con fiducia e con coraggio. E con un metodo che non ci stancheremo mai di professare: quello del dialogo. La cifra stessa di questo nostro confronto. È questo il popolo di Bagnaia e sono questi i suoi punti cardinali”.

L’ultimo appello del Presidente dell’Osservatorio è stato rivolto al mondo della scuola: “C’è un’emergenza educativa nazionale e la scuola deve tornare a mettere l’accento su una delle sue ragioni fondanti: insegnare ai giovani a ragionare. È lo sviluppo del pensiero critico una delle ragioni basilari che giustifica l’impegno educativo, non solo la formazione di nuovi lavoratori con le competenze adeguate per le occupazioni che li aspetteranno nella vita professionale – ha affermato Ceccherini -. Con il Quotidiano in Classe noi abbiamo voluto offrire un esercizio utile a questa causa. Un esercizio che ha una sua specificità e una sua cifra: quello di mettere a confronto i contenuti del giornalismo di qualità, ma un esercizio che risponde a questa stessa esigenza, allenare i giovani a ragionare, a pensare a riflettere, per renderli sempre più cittadini e sempre meno sudditi”.